animali · armonia · Comunicazione · felicità · gatti · Leggere · pensare positivo · stare bene · Testimonianze · umanità

* I gatti di Ernest

casa-e-museo-di-ernest
Il più grosso di tutti si chiama Dorian Grey.

E non è difficile capire il perché, con quella chioma da leone color grigio perla, con cui altezzoso sfugge agli occhi dei curiosi. Ma negli anni c’è stata anche Marilyn Monroe, bellissima e sinuosa come la diva di Hollywood. E poi Mark Twain ed Emily Dickinson, Ava Gardner e James Joyce. Persino una Sophia Loren.

Sono i gatti di Ernest Hemingway, che liberi e sereni ancora oggi abitano la casa che l’autore del ”Grande Gatsby” comprò a Key West, in Florida, nel 1928, per abitarvi con la sua seconda moglie Pauline Pfeiffer.

cat-rac-25

Qui lo scrittore realizzò molti dei suoi libri, da ”Morte nel pomeriggio” a ”Per chi suona la campana”. Si dedicò alla pesca, ai vini e iniziò a sognare l’Havana.

Ma soprattutto qui accolse Snow White, Biancaneve, amatissima micia ricevuta in dono dal capitano di una nave, con una caratteristica davvero speciale: aveva sei dita per zampa. I cuccioli dei suoi cuccioli oggi sono ancora lì, nel giardino di Key West: 56 discendenti, 23 dei quali polidattili (ovvero, con un numero superiore di dita in una zampa), curati e coccolati dello staff che gestisce la Casa Museo di Hemingway.

Per loro, un angolo riservato con tante cucce, una gabbietta che riproduce la casa padronale in miniatura quando hanno bisogno di cure speciali. E anche un piccolo cimitero felino, inaugurato al tempo dallo stesso Hemingway. Tutti hanno un nome e lo staff ha proseguito la tradizione dello scrittore ribattezzando ogni nuovo nato come i Grandi della Letteratura, dello Spettacolo o della Scienza. Ecco allora che tra un miagolio e un’azzuffata, negli anni qui sono nati Edgar Allan Poe, Errol Flynn, Susan Hayward, Pablo Picasso e Simone De Beauvoir.

206_florida_key_west_hemingway_hause_racconti_di_viaggio

Ad un micio in piazza dedicò persino uno dei suoi primi racconti: ”Gatto sotto la pioggia (Cat in the Rain)”. Ma i vicini raccontano che la sua colonia arrivò anche a 50-60 esemplari.

E i gatti sono protagonisti, ancora oggi, sulle tendine all’uncinetto delle finestre, nello studio con le porcellane conservate accanto alla macchina da scrivere. E poi in soggiorno, con i gatti francesi in cristallo di piombo Lalique che Pauline regalò al marito per il loro anniversario. Fino alla camera da letto, con il panciuto gatto in ceramica firmato da Pablo Picasso.

”Ai gatti – diceva – riesce senza fatica ciò che resta negato all’uomo: attraversare la vita senza fare rumore”.

hemingway_gatto_tav

Ernest Hemingway vinse il premio Nobel nel 1954 grazie al libro “Il vecchio e il mare”, libro che poi divenne anche un celebre film con Spencer Tracy come protagonista.

Hemingway amava moltissimo i gatti. Scrisse in una lettera ad un caro amico: “I gatti dimostrano di avere un’assoluta onestà emotiva. Gli esseri umani, per una ragione o per l’altra, quasi sempre riescono a nascondere i propri sentimenti. I gatti no.

Nel romanzo “Isole nella corrente”, pubblicato postumo e che viene considerato dai critici il più autobiografico dei suoi libri, Hemingway descrive il protagonista, Thomas Hudson, che riposa teneramente abbracciato al suo micio.

Si legge: “Aveva il gatto allungato sul petto e tirò una leggera coperta su tutti e due e aprì e lesse le lettere e bevve a piccoli sorsi un bicchiere di whisky annacquato che tra un sorso e l’altro rimetteva per terra.” E poi ancora: 

E poi ancora: “Il gatto faceva le fusa, ma lui non lo sentiva perché le fusa del gatto erano mute, e allora lui teneva una lettera in mano e toccava la gola del gatto con un dito dell’altra.”

Esiste una foto che ha fatto il giro del mondo e che ritrae lo scrittore seduto nello studio, con la luce che entra dalla grande vetrata alle sue spalle e che illumina la scrivania, piena zeppa di carte, fascicoli, cartelle, taccuini. Hemingway è davanti alla macchina da scrivere e con una mano accarezza un gatto che cammina sui fogli. La coda del micio è tenuta alta, con la punta ripiegata nell’atteggiamento amichevole di chi saluta ed è quindi facile immaginare la scena. Hamingway sta lavorando quando uno dei suoi gatti viene a fargli visita, salta sul tavolo e lo saluta, magari cercando tra le carte un posticino dove addormentarsi.

EH 3155P

 

Lo scrittore allora interrompe quello che sta facendo per contraccambiare le attenzioni del piccolo amico.

E chissà quante volte sarà capitata una cosa del genere dal momento che, come si è detto, i mici che abitavano con lui era ben 57.

 

Fonti:

http://www.micimiao.it/Hemingway.htm

http://www.ansa.it/lifestyle/notizie/passioni/animali/2014/10/13/a-key-west-tra-i-gatti-a-sei-dita-di-ernest-hemingway_1fb8bb3f-0d99-4722-9776-3f9e36295de2.html

http://www.gattosiamese.altervista.org/pagina-53659.html

 

anima e corpo · animali · armonia · arte · cultura · Fantasia · gatti · Leggere · pensare positivo · Poesia · punti di vista · stare bene · Testimonianze

* Il gatto di Tolkien

10891875_825308634179527_8535449640143028538_n

Il gatto ben pasciuto
che sta sullo zerbino
sembrerebbe che sogni
di topi uno spuntino
saporito e abbondante
e panna a sazietà.
Ma può darsi, chissà,
che pensoso cammini,
indomito e altero,
dove i padri felini
ruggivano davvero;
combattevano scarni
e scaltri, e nelle tane
profonde si acquattavano
per saziare la fame.
A Oriente banchettavano
con bestie prelibate
e di teneri uomini
con carni delicate.

Il più antico felino,
il leone gigante,
sfoggia artigli d’acciaio
sulle robuste zampe.
Ha gran denti crudeli
e fauci insanguinate.
Ci son poi le pantere,
belve nero-stellate
dalle zampe leggere,
che spesso con un salto
balzan sopra la preda
elastiche dall’alto.
Là dove assai lontana
nereggia la foresta
nell’ombra, cupa e arcana.
Lontani sono ancora,
son liberi e selvaggi.
Il gatto è sottomesso,
fatto schiavo dagli agi.
E’ un gatto ben pasciuto
che sta sullo zerbino;
è curato e tenuto
come un bel gingillino.
Che sogni topi e panna
potrebbe anche sembrare;
ma il suo cuore felino
non può dimenticare.

J.R.R. Tolkien

Immagine reperita sul web
#tolkien #cats

amore.autostima · armonia · buone notizie · Comunicazione · cultura · Leggere · pensare positivo · punti di vista · Testimonianze

* Era una notte buia e tempestosa

Era una notte buia e tempestosa.

(Il romanzo)

A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle… A volte.

Ecco a voi il testo integrale dell’indiscusso capolavoro dello Scrittore di fama mondiale.

Parte Prima

Era una notte buia e tempestosa. A un tratto echeggiò uno sparo! Una porta sbatté. La ragazza lanciò un grido.

Improvvisamente, apparve all’orizzonte una nave pirata. Mentre milioni di persone morivano di fame, il re viveva nel lusso.

Intanto, in una piccola fattoria del Kansas, cresceva un ragazzo.

Parte Seconda

Cadeva una neve leggera, e la fanciulla con lo scialle a brandelli non aveva venduto una violetta in tutto il giorno.

In quel preciso momento, un giovane interno all’Ospedale Civico stava facendo una importante scoperta. La misteriosa paziente della stanza 213 si era finalmente svegliata. Emise un debole lamento. Era possibile che si trattasse della sorella del ragazzo del Kansas che amava la fanciulla con lo scialle a brandelli che era la figlia della ragazza che era sfuggita ai pirati?

L’interno aggrottò la fronte.

Avanti!” gridò il capo-mandria, e quarantamila capi di bestiame scesero rombando sul piccolo accampamento. I due uomini rotolarono a terra dibattendosi fra gli zoccoli micidiali. Un sinistro e un destro. Un sinistro. Ancora un sinistro e un destro. Un uppercut alla mascella. La lotta era finita. E così il ranch fu salvo.

Il giovane interno sedeva solo in un angolo del caffè. Aveva imparato la medicina, ma, ciò che è più importante, aveva imparato qualcosa sulla vita.

FINE

A questo punto Linus chiede: “Ma il Re cosa c’entrava?” beccandosi la macchina da scrivere in testa.