Il progetto si chiama “Metamorfosi”, come quelle letterarie di Ovidio, come quelle personali e umane su cui lavorano i detenuti in carcere, proprio come quella da realizzare in un Paese diverso da quello di origine, ambita dai migranti.
Ed è questo, in breve, che si propone di fare nel carcere milanese di Opera, il progetto “Metamorfosi” promosso dalla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, in collaborazione con il ministero dell’Interno, l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli e la Casa di Reclusione Milano-Opera.
dieci barconi di quelli che nei mesi scorsi sono approdati dal Nord Africa in qualche modo sulle coste di Lampedusa, sono stati affidati per la loro metamorfosi alla Fondazione dal Ministero dell’Interno e trasportati nel carcere di Opera.
«Da oggi vengono messi a disposizione del laboratorio di liuteria e falegnameria del carcere gestito da persone che stanno scontando la pena, e che lavoreranno per costruire strumenti dal potente significato simbolico: violini, viola e violoncelli verranno poi prestati ad orchestre italiane e straniere ed artisti di fama che li utilizzeranno per concerti in tutto il mondo», racconta il filantropo, scrittore e poeta Arnoldo Mosca Mondadori, co-fondatore della Casa con Marisa Baldoni. presidente della Fondazione.
la Fondazione lavora da molti anni con la musica come strumento di dialogo – è del 2011 la donazione di violini a un gruppo di ragazzi rom, diretti in concerto da Battiato in persona –, il suo lavoro con la liuteria nasce da un esperimento.
Metamorfosi ha in sé diverse linee operative.
Oltre al lavoro che verrà realizzato da chi svolge fa parte del laboratorio in carcere, prevede la nascita dell’Orchestra del Mare, e attività di sensibilizzazione nelle scuole: uno dei barconi non sarà trasformato in strumento musicale ma resterà nel cortile del carcere «e organizzeremo delle testimonianze con persone che hanno avuto esperienze migratorie per i ragazzi che vengono in carcere a conoscere la realtà del laboratorio di falegnameria», aggiunge Arnoldo Mosca Mondadori.
Un primo “violino del mare” è stato già realizzato dal maestro liutaio Enrico Allorto, insieme alle persone detenute assunte nel laboratorio dalla Cooperativa Casa dello Spirito e delle Arti, che lavora in stretta sinergia con la Fondazione. Lo strumento ha iniziato il suo viaggio il 4 febbraio scorso, Carlo Maria Parazzoli, primo violino dell’Orchestra Nazionale dell’Accademia di Santa Cecilia, ha suonato davanti al pontefice la composizione “Canto del legno”, scritta per l’occasione da Nicola Piovani. I
Accanto alla liuteria, nel carcere di Opera è attiva anche la falegnameria guidata da Francesco Tuccio, l’artigiano che ha realizzato la Croce di Lampedusa con i legni dei barconi affondati. Nella falegnameria, con gli stessi legni sono stati creati dei presepi, donati a chiese italiane e straniere.
Potrebbe essere un gesto demagogico o per far tacere la coscienza. Potrebbe.
Io penso che accende un riflettore sulla parola accoglienza che è ormai di moda e basta E sul significato di accoglienza che proprio per Lampedusa e per tutte le coste italiane è salvare come si può esseri umani che per loro è l’ultima spiaggia.
Per non dimenticare che non bastano le parolone e che pochissimo è stato fatto nel mondo. E impedire nel nostro piccolo che per demagogia o per mania di protagonismo si accrocchino provvedimenti per non affrontare i veri motivi. .
Non dobbiamo portare il pesce ma insegnare a pescare! E ho detto tutto!