Tempo fa si faceva il gioco del’ isola deserta,
“ se ti venisse in mente di andare su una isola deserta, lontano dalla Civiltà, cosa ti porteresti? “
E ci si arrovellava… arrovellava… arrovellava…fino ad arrivare alla conclusione che ci sarebbe voluta una nave per portare tutto. Allora si cominciava a fissare un numero limitato.Ed era ancora più dura..
Ma alla fine le priorità venivano faticosamente stabilite e un fine osservatore del comportamento umano avrebbe potuto facilmente configurare il tipo di persona che ognuno era dagli oggetti scelti.O dalle persone scelte, O dagli animali scelti.
“ Via di casa in dieci minuti. Cosa portereste con voi?”
A lanciare in rete la domanda nel 2011 è stato il fotografo americano Foster Huntington che ha raccolto in un blog (e in un libro) dal titolo Theburninghouse.com ,tutte le immagini che colleghi, amici e sconosciuti gli hanno inviato da ogni parte del mondo illustrando il loro elenco. In oltre duemila scatti, Huntington spiega che cosa riteniamo davvero pratico, a cosa diamo più importanza, e qual è il valore che attribuiamo agli oggetti, sentimentale o materiale.
Che, tradotto, significa « Che cosa riteniamo insostituibile?».
Oggetti, ricordi, cimeli, vestiti lisi e quel paio di scarpe da cui non riusciamo proprio a separarci. In tanti hanno pensato ai gatti, qualcuno al cane. Parecchi hanno deciso di non lasciare l’orso di peluche e migliore amico d’infanzia. La scelta non è sempre razionale o legata alla sopravvivenza. In gioco entra l’emotività e l’affettività.
L’ultima moda on line sono i siti, le community e i blog dedicati allo space clearing, cioè l’arte di eliminare dalla casa tutto ciò che è superfluo.
Lo spaceclearing è una disciplina di derivazione anglosassone che insegna ad eliminare il superfluo e a recuperare l’essenziale.
Seguendo i principi del Feng Shui vuotare i cassetti e risistemare casa e ufficio diventa un’operazione catartica che può cambiare in meglio la propria vita! Si tratta di una tecnica liberatoria che aiuta a sentirsi meglio e a vivere più serenamente.
Eppure quanto fatichiamo a liberarci di cose che sono con noi da tempo, ci danno sicurezza . Un po’ come la coperta per Linus!
“non si sa mai, potrebbe essere utile…” “e’ costato una fortuna” sono i pensieri ricorrenti. E la casa si riempie… si riempie…anche se non ce ne rendiamo conto. Capita a volte di non sapere ciò che c’è realmente in un armadio!
Così passiamo molto tempo a riordinare, catalogare, risistemare, e la nostra energia e la nostra mente si riempiono come gli armadi. Non c’è più posto per nuove idee e creatività. Ci sentiamo a disagio, appesantiti anche nella nostra capacità di scelta.
Liberarsi del superfluo significa stabilire una scala di priorità tra ciò che conta e ciò che non serve: un’operazione mentale che ci aiuta ad avere una chiara rappresentazione di noi e dei nostri obiettivi.
Facciamo posto alla fantasia, a prospettive di più ampio respiro, il futuro ci appare sgombro da impedimenti.
Quando il nostro ambiente è libero da cose inutili e rispecchia il nostro modo di vivere e il nostro sentire, sarà per noi una fonte di energia vitale. Noi siamo fatti di energia e per esprimerla abbiamo bisogno di spazio intorno a noi.
Dopo armadi e cassetti, passiamo agli ambienti della casa, razionalizzandoli per continuare alla attività professionale. Anche le relazioni interpersonali trovano canali energetici più immediati ed efficaci in un ufficio ordinato ed essenziale a misura di collaborazione e innovazione.
Ma, dato che non siamo soli in casa o in ufficio, come convincere chi ci circonda che si starebbe meglio liberandosi delle cose inutili o superflue? E soprattutto creando Armonia?
Le resistenze sembrano insormontabili: chi si sente privato delle proprie cose per fare spazio a quelle degli altri, chi si sente prevaricato nella scelta delle priorità, chi vorrebbe rimandare a “ tempi più adatti”, chi trova l’operazione superflua ( appunto), chi si sente offeso nelle proprie capacità..
Ci vuole pazienza e padronanza di tecniche di convinzione.
Secondo una recente indagine, le persone usano solo il 20% delle cose che possiedono, mentre il rimanente, stipato in armadi e ripostigli, è clutter, cioè ingombro superfluo che genera disordine e blocca l’energia vitale.
Per questo motivo in America e Inghilterra, l’arte di mettere a posto viene insegnata in specifici corsi.
Una mia amica propone la figura del “ Decluttering Coach” che ha sperimentato lei stessa, invitata da amici e parenti che hanno riscontrato i risultati e nella sua casa e nel suo umore.
“Possedere le cose, non farsi possedere dalle cose” è il suo mantra preferito, insieme a “Il ricordo si conserva nel cuore, non certo in un oggetto!”
E poi, aggiungo io, il pensiero che tanti oggetti a me cari possono essere amati e utilizzati da chi magari ne ha bisogno non è creare armonia nel nostro piccolo intorno?
Che il “ Decluttering Coach” possa diventare una delle occupazioni alternative del futuro prossimo venturo?