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* L’ottavo mese del calendario lunare è’ il mese del Re Agrifoglio !
“Ed ecco l’agrifoglio che è così generoso:
compiacere tutti è il suo intento
ad eccezione di lords e ladies, distaccati da tutto questo,
chiunque inveisca contro l’agrifoglio
d’un balzo sarà appeso su in alto. Alleluia.
Chiunque canti contro l’agrifoglio
Può piangere e torcersi le mani”
Secondo il calendario celtico, l’agrifoglio rappresenta l’ottavo mese dell’anno , Tinne (8 Luglio – 4 Agosto), che comprende la festa celtica di Lughnassadh (Lammas) celebrata il 1° agosto.
Nella tradizione, l’agrifoglio è conosciuto con molti nomi diversi, tra i quali ricordiamo: Hulver, Marruca, Albero degli Spiriti …
Il “Calendario degli Alberi”, usato presso i popoli celti, fissava una certa corrispondenza tra numerose serie di elementi: gli alberi, le lettere dell’alfabeto, i mesi lunari dell’anno, parti del corpo umano,metodi di guarigione e dei.
I sacerdoti celti, i Druidi, utilizzavano le piante anche per scopi magici e terapeutici e il ciclo di 13 alberi corrispondeva alle 13 energie arboree alle quali si associavano anche elementi divinatori che operavano come genii protettori cui rivolgersi in cerca di forza, fortuna o buoni consigli.
L’anno lunare, composto da 13 mesi di 28 giorni, contava quindi di solo 364 giorni. Restava un giorno intercalare, il 23 dicembre, vigilia del solstizio d’inverno, giorno nefasto perché ritenuto la “morte dell’anno” e perciò raffigurato dal tasso, chiamato “albero della morte”. Il giorno seguente, cioè il 24 dicembre, giorno del solstizio, era invece simboleggiato dall’abete rosso, chiamato “albero del parto” o “albero della vita”.
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Ailm ( abete rosso)
Idho (tasso)
Queste due vocali aprivano e chiudevano l’anno lunare.
Le altre vocali erano adibite a simboleggiare i due equinozi e l’altro solstizio:
Onn, la ginestra, per l’equinozio di primavera,
Eadha, il pioppo bianco, per l’equinozio d’autunno
Ura, il brugo, per il solstizio d’estate.
Le prime tracce del Re agrifoglio risalgono al XII secolo.
Era la trasposizione dell’antica entità chiamata “ Uomo Verde. “.
Capace di donare la fertilità della foresta e delle piante alle donne e al bestiame, l’Uomo Verde è il consorte della Dea madre e si occupa della fioritura della primavera e dell’estate, del rigoglio della terra.
Il volto e i lineamenti dell’Uomo Verde sono formati da foglie e rampicanti.
Trae il vigore dalla terra stessa e rappresenta il ruolo maschile nell’unione sessuale,nella fertilità e nella fioritura della vita e del talento degli uomini. Rappresenta l’innocenza, il procedere senza difficoltà e il successo, soprattutto nell’intraprendere nuove attività.
Considerata dalla tradizione magica pianta di genere maschile perché collegata all’elemento fuoco e al pianeta Marte. Per questo motivo, se era portata addosso, la pianta avrebbe donato fortuna soprattutto agli uomini (il corrispondente femminile è l’Edera). Le si attribuivano protezione, sogni magici e il potere contro il fulmine.
Era considerata la pianta protettiva per eccellenza, capace di difendere e proteggere dai fulmini, dai veleni, dagli spiriti cattivi e dagli stregoni malvagi se veniva piantato intorno alla casa. Se invece si lanciava l’Agrifoglio contro una bestia feroce, questo aveva la facoltà di calmarla immediatamente, anche se l’animale non veniva colpito.
L’acqua di Agrifoglio (infuso o distillato) era spruzzata sui neonati in segno di protezione.
Una ballata medievale dell’Inghilterra, dove l’ agrifoglio è ancora il sempreverde più utilizzato a Natale, ne difende la tradizione: “Chi parla male dell’agrifoglio”, in un baleno verrà impiccato. Alleluia!”
L’origine dell’agrifoglio si ritrova anche in una leggenda dei paesi nordici nella quale si narra che quando Baldur, dio della luce e del sole, morì trafitto da una freccia, cadde proprio su un cespuglio di agrifoglio; allora suo padre, il dio Odino, decise di ricompensare la pianta che aveva ospitato il figlio al momento della morte trasformandola in sempreverde e riempendola di bacche rosse, in ricordo del sangue versato dal figlio.
Un antico rito magico per realizzare un desiderio, consisteva nel raccogliere, dopo la mezzanotte di un venerdì, nove foglie di Agrifoglio nel più completo silenzio, scegliendo una pianta non troppo spinosa. Si dovevano poi avvolgere le foglie in un panno bianco e annodare per nove volte le due estremità del panno. Infine, si riponeva questo sacchetto sotto il cuscino, e quello che si era pensato o desiderato si sarebbe avverato.
L’ agrifoglio rappresenta la sopravvivenza, la speranza, la rinascita.
E’ simbolo di protezione e forza vitale. Appeso sopra le porte impedisce l’ingresso di persone ed energie limitanti.
I nati sotto il segno dell’Agrifoglio hanno questo temperamento che riecheggia il sole: la vitalità, il potere, l’egocentrismo, ma anche la generosità. Nati per comandare, hanno carisma, volontà e autostima da vendere. In amore danno molto: eros, fedeltà e coinvolgimento, ma pretendono altrettanto. Impennate di orgoglio da controllare.
Parola chiave: eroismo
Fonti:
http://www.elfland.it
http://www.daltramontoallalba.it
http://www.inerboristeria.com
* L’energia positiva delle piante
“Ma il viaggiatore è uno schiavo dei propri sensi; la sua presa su un fatto può essere completa solamente quando è rafforzata dalla prova sensoriale; egli può conoscere davvero il mondo soltanto quando lo vede, lo sente e lo annusa.“
Robert Byron
I sensi sono alla base della silvoterapia, una terapia con antiche origini celtiche che insegna a sfruttare l’energia positiva delle piante per rigenerare il nostro corpo ma soprattutto il nostro spirito.
Leggende antiche legate alle mistiche religioni e le magie nordiche che provenivano dai boschi, i sacerdoti celtici praticavano questa terapia che conferiva immediato sollievo a coloro che vi si sottoponevano.
Oggi non c’è bisogno di cercare un vecchio sacerdote celtico per curarci dalla depressione e dalla frenesia dei nostri giorni, la silvoterapia la possiamo fare anche da soli camminando nei boschi, nelle pinete, una pratica che era consigliata soprattutto ai malati di tubercolosi.
La scienza che ha studiato questa antica arte ha scoperto che i benefici proverrebbero dagli ioni negativi che producono gli alberi e che aiuta a liberare la mente e a sentirsi meglio. Pensate che un albero con un diametro di chioma di 15 m è in grado di produrre in un giorno il necessario giornaliero di ossigeno per 14 persone.
La ionizzazione negativa dell’aria crea una sensazione generale di rilassamento corporeo, un abbassamento della pressione sanguigna e della frequenza respiratoria, migliora le capacità cognitive e di attenzione ma soprattutto normalizza la funzione neurale.
Altre ricerche dimostrano che una bella passeggiata in un bosco allevia il mal di testa e rinforza il sistema immunitario, per non parlare del riequilibrio delle funzioni ormonali.
In Australia nei parchi ci sono appositi cartelli che invitano i visitatori ad abbracciare gli alberi, nei paesi nordici esiste tutta una cultura basata sugli abbracci agli alberi chiamata “Tree hugging“.
Per far si che la terapia funzioni si dice che ci sia una procedura da seguire, si appoggia la schiena al tronco, si sistema il palmo della mano destra sul plesso solare che corrisponde alla bocca dello stomaco e il dorso della sinistra a contatto con i reni. In questa posizione, si fanno respiri lenti e profondi per venti minuti circa.
Ma se non vogliamo abbracciare l’albero o starne a contatto, per trarne beneficio basterà camminare in mezzo a loro, in silenzio assaporandone i colori, gli odori e i rumori… coinvolgendo tutti i sensi, anche il tatto, si avrà una sensazione di immediato benessere… Provare per credere.
I Celti avevano classificato i vari “poteri curativi” delle varie piante, li trovate qui di seguito, e quando imparerete ad ascoltarli vi renderete conto che alcuni di essi vi attraggono… mentre altri vi respingono, questo lo potete anche constatare voi stessi quando li osservate con il solo senso della vista già potete farvi un’idea… immaginate di poter usarli tutti…
•Agrifoglio: vita e protezione.
•Sambuco: rigenerazione, vita e morte.
•Sorbo selvatico: rinascita, magia e protezione contro le negatività.
•Biancospino: purezza, intuizione, viaggi interiori
•Quercia: simbolo di potere, energia, sopravvivenza e passaggio tra i mondi.
•Pruno selvatico: azioni forti, influenze esterne a cui è necessario obbedire.
•Nocciolo: meditazione, saggezza interiore, intuizione, potere di divinazione.
•Melo: scelta.
•Edera: risorse interiori e ricerca del sé.
•Ontano: protezione spirituale e potere oracolare.
•Betulla: simbolo di sacrificio, purificazione, rinascita, conoscenza.
•Salice: appartiene all’universo femminile e porta con sé aspetti lunari e ispirazione poetica.
•Frassino: simbolo dell’albero del mondo, della rinascita e dell’iniziazione.
Fonte:
http://www.eticamente.net/16028/silvoterapia-abbracciare-gli-alberi-per-curarci-dai-nostri-mali.html