ambiente · amore.autostima · anima e corpo · armonia · Astrologia · astronomia · cultura · Energia · eventi · futuro · Leggere · natura · Pace · pensare positivo · scienza · stagioni · stare bene · Testimonianze · umanità · universo · usanze

Il 20 marzo è l’Equinozio di Primavera 2023:La lunghezza del giorno è uguale alla lunghezza della notte.

La parola equinozio deriva dal latino “equus nox”, ovvero “uguale notte”.

In astronomia, si definiscono equinozi i due istanti nel corso dell’anno in cui il Sole si trova perpendicolare all’equatore e la separazione tra zona illuminata e zona in ombra della Terra passa per i poli.

Agli equinozi il Sole sorge precisamente ad est e tramonta precisamente ad ovest, ovunque.

La lunghezza del giorno è uguale alla lunghezza della notte.

equinox


L’Equinozio di Primavera è il periodo in cui gli elementi – aria, fuoco, acqua e terra – sono in grande attività creativa. L’aria è percorsa da frizzanti brezze e le piogge primaverili portano acqua alla nuova vita della vegetazione, un fermento vibrante e vitale si percepisce in tutto ciò che è manifesto.

Se l’Equinozio d’autunno segna l’inizio della metà oscura dell’anno e quello di primavera l’esatto opposto: è l’inizio della metà luminosa, quando le ore di luce superano le ore di buio. E’ il primo giorno della primavera, la stagione della rinascita, associata presso varie culture a concetti come fertilità, resurrezione, inizio.

Questa festa segna il momento dell’unione in un simbolismo cosmico, il risveglio della Natura; il matrimonio fra una divinità maschile, appartenente alla sfera solare, ed una femminile, legata alla Terra o alla Luna.

Il Dio Sole si accoppia con la Giovane Emergente Dea Terra.

images1

La storia è piena di tradizioni e miti legati alla primavera e molti di questi si basano sul concetto di sacrificio e successiva rinascita.

l’Equinozio è il giorno in cui la Wicca commemora la discesa della giovane Dea nel mondo sotterraneo e il suo ritorno trionfante alla superficie della terra, portando con sé i doni della luce, del calore e della fertilità per tutta l’umanità, e cio’ fa pensare alle Dee Persephone, Kore, Blodeuwedd, Eostre, Aphrodite, Athena, Cybele, Gaia, Hera, Iside,Ishtar, Minerva e Venere.

La natura ci viene incontro nella grazia e nella vitalità della sua fanciullezza e tradizionalmente le feste legate all’equinozio celebravano proprio le dee fanciulle come Persefone-Kore, dea greca dal duplice volto di fanciulla e regina degli inferi.

Durante la notte venivano accesi dei fuochi rituali sulle colline e più rimanevano accesi, maggiori sarebbero stati i frutti della terra. Durante la giornata venivano irrigati i campi, mentre i Druidi, sfruttando la corrispondenza perfetta tra ore solari e ore notturne, celebravano i loro Riti.

Sham El Nessim era un’antica festività egiziana le cui tracce risalgono a circa 4700 anni fa. Resta una delle feste pubbliche Egiziane, cade il lunedì e coincide con l’equinozio di primavera.

L’equinozio di marzo segna il primo giorno dell’anno per una varietà di calendari, inclusi il calendario Iraniano, il calendario Bahá’í. Il festival Persiano (Iraniano) del Naw-Ruz viene celebrato in questo giorno.

Nell’antica mitologia persiana, Jamshid, il re mitico della Persia, ascese al trono in questo giorno e ogni anno quest’evento viene commemorato con feste per due settimane. Queste feste rievocano la storia della creazione e l’antica cosmologia del popolo Iraniano e Persiano.

3

Il giorno del Pianeta Terra venne celebrato inizialmente il 21 marzo 1970, giorno dell’equinozio. Attualmente è celebrato in diversi Stati il 22 aprile.

In molti paesi arabi il Giorno della Madre viene celebrato nell’equinozio di marzo.

Qualunque sia la nostra credenza, questo è un periodo in cui celebriamo il trionfo della luce sul buio e sulla morte.

Rudolph Steiner

Nel passaggio dalla primavera all’estate lo spirito della natura si rivela al mondo. L’anima dell’uomo si riversa in ciò che vive intorno, così egli diventa uno con tutto ciò che cresce, con ciò che germoglia e sboccia: fiorisce insieme al fiore, germoglia con la pianta, fruttifica con l’albero.

La primavera scioglie, in una possente espirazione, gli spiriti della natura: essi sorgono dalla tomba dell’inverno, si innalzano nell’atmosfera sino a sfiorare le orbite dei pianeti e a percepire le leggi eterne delle stelle.

La terra in inverno era quieta e placata come lo è la testa dell’uomo quando ha risolto un enigma. Ma quando a marzo le piante succhiano dalla terra le sostanze minerali per crescere, allora si diffonde nella natura una vitalità interiore, quasi una inquietudine. Sotto terra serpeggia la brama di vivere.”

Da un punto di vista del significato esoterico di questo giorno, con l’Equinozio di Primavera, l’Anno Magico mette per la prima volta l’Io di fronte al non-Io, all’Altro. Il percorso del Sole attraverso lo Zodiaco, che si rispecchia nella successione delle stagioni, è la grande lancetta che va di concerto con la crescita spirituale dell’Iniziato che segue l’Anno Magico.
L’Equinozio di Primavera è l’inizio dello Zodiaco, ciò ci indica che anche nella crescita spirituale dell’Iniziato (con Iniziato si intende sempre genericamente chi segue l’Anno Magico, tanto che sia esso in realtà un neofita o un maestro o altro grado qualsiasi) dovremmo assistere ad un nuovo inizio. Così è infatti.

Le pietre speciali per questo giorno sono l’opale, l’acquamarina, il quarzo rosa e la pietra di luna.
Gli animali mitici includono gli unicorni, cavalli e centauri alati.
Le piante e le erbe associate a questa festa sono i fiori di primavera, dai croco, ai bucaneve, dalle daffodi ai narcisi, così come il gelsomino, il muschio irlandese e lo zenzero.

La pianta sacra dell’Equinozio di Primavera è il trifoglio.

Pianta simbolo dell’Irlanda, della quale si dice che San Patrizio la usasse per spiegare la Trinità cristiana (la festa di San Patrizio ricorre il 17 marzo, in prossimità dell’equinozio).

In realtà si tratta di una tradizione tarda risalente al 180 secolo e il trifoglio non era altro che la triskele, la ruota solare a quattro bracci, mentre la varietà a quattro foglie rappresentava la croce celtica, la ruota solare, il cerchio magico delle quattro direzioni: tutti simboli molto più antichi del Cristianesimo.

5757797-trifolium-pratense-trifoglio-rosa-fiori-e-foglie-isolate-on-white-background

  • Se vogliamo celebrare l’Equinozio, possiamo farlo con semplici azioni, ricordando che la Primavera ci porta verso il mondo e l’azione concreta in esso.
  • Svuotare i cassetti, eliminando tutto ciò che non serve e che fa ristagnare l’energia nella stanza.
    Camminare nella natura per riconoscere i cambiamenti della Terra mentre si risveglia.
    Circondarsi di fiori per ricordare la nostra appartenenza alla natura.
    Stendere sulla tavola una tovaglia verde e candele color pastello.
    Piantare dei semi in giardino o nei vasi: prendersi l’impegno di crescere le piantine con amore.
    Aprire le finestre all’aria di primavera.
    Imparare a creare qualcosa con le mani.
    Fare un cerchio di arance che rappresentino il sole, pensando a tutto quello che il sole ci dona.
    Dipingere delle uova con i simboli del sole e della luna o con delle qualità e di seguito mangiarle per incorporare l’energia del simbolo.
  • Queste uova sono “semi spirituali” che vengono piantati al nostro interno e che germoglieranno durante l’anno.
    Meditare sull’immagine dei semi.
    Meditare sugli inizi, sull’aria, sull’alba.
    Regalare alla Terra del miele, un cristallo o una monetina.
    Comprare un libro su una materia completamente nuova che ci affascina e leggerlo.
    Fare qualcosa di nuovo, di mai fatto prima …
    Aspettare l’alba davanti ad un piccolo falò con amici.

Leggi anche:

La primavera in cielo

La perpetua primavera

Fonti

www.ilcerchiodellaluna.it

www.centrostudilaruna.it

ambiente · architettura · armonia · buone notizie · cultura · eventi · futuro · Leggere · pensare positivo · scuola · stare bene · Testimonianze

La buona notizia del venerdì: La Biblioteca Ostinata aperta a tutti per leggere, scambiare due parole, o studiare

Il centralissimo e curatissimo spazio è aperto gratuitamente a tutti, ma soprattutto a giovani e anziani, per leggere, scambiare due parole, o studiare.

Ostinata, perché nata in via Osti ma soprattutto perché, appena aperta, è già risoluta a non mollare e diventare un ponte tra le persone.

È con questo nomen omen – una citazione della lettera del libraio 28enne Giuseppe Avigliano, diventata virale sui social – che nasce a Milano, giusto dietro l’Università Statale, una nuova biblioteca di quartiere

Una biblioteca privata però, frutto dell’iniziativa di un cittadino, non una di quelle del network delle biblioteche comunali. Uno spazio caldo e luminoso, zeppo di libri – già quattromila – ma anche piante e sedute: tutto per fornire alla cittadinanza un luogo aperto a tutti. E gratuito.

Il concept del fondatore, l’ex manager 79enne Paolo Prota Giurleo (già Ad di Autogrill e ora nel CdA di Jakala) è semplice: offrire i medesimi servizi delle biblioteche milanesi – una rete già molto fitta e recentemente accresciuta – diventando un nuovo punto di riferimento dove prendere volumi in prestito, leggerli, e studiare. Insomma, dove stare bene.

Aperta cinque giorni a settimana lunedì-venerdì dalle 10 alle 18 la Biblioteca Ostinata è tecnicamente parte del sistema delle Biblioteche di Condominio, che riunisce i presidi di natura più domestica o informale e li affilia a quello comunale.

Dietro le due vetrine della breve via che collega Largo Richini a Corso di Porta Romana, negli ottanta metri quadri restaurati dall’architetto Michele De Lucchi e perfezionati dal figlio Pico (inclusa la “libreria-montagna”), il nuovo spazio non è solo destinato a ospitare i volumi raccolti da Prota Giurleo in tutta una vita, ma anche posti per 46 persone, eventi e incontri dedicati ai giovani ma anche agli anziani.

La Biblioteca Ostinata, anche grazie all’aiuto ricevuto per la formazione dei dipendenti, si è rapidamente connessa con il solido sistema bibliotecario di Milano, gemmato dalla prima biblioteca mai aperta al pubblico in Italia (la veneranda Ambrosiana, fondata nel 1607 dal Cardinale Borromeo), che ha contribuito a farla riconoscere come UNESCO City of Literature.

Tra la nascita di nuovi punti di ritiro, come quello nella Metropolitana di Porta Venezia, e l’ampliamento del Patto per la Lettura– il piano fondato nel 2015 e rifondato nel 2021 dal Comune per ridare valore al sempre più “perduto” atto della lettura (anche di quella ad alta voce) –, il sistema si è progressivamente rinforzato e accresciuto.

Fondare biblioteche è come costruire granai pubblici: ammassare riserve contro l’inverno dello spirito, che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”. Marguerite Yourcenar in Memorie di Adriano

Fonte:

Apre a Milano Biblioteca Ostinata | Artribune

amore.autostima · anima e corpo · armonia · cultura · Energia · evoluzione · futuro · Leggere · Pace · Poesia · punti di vista · Riflessioni · Testimonianze · umanità

* La lingua degli astri è Musica e Canto scrive Giordano Bruno

 

1016860_603246886427624_1910447504_n

 La lingua degli astri è Musica e Canto scrive Giordano Bruno.

In Europa siamo divisi dalle diverse lingue e “uniti” da una moneta unica che dipende dal feo tiranno come lo chiamava Bruno.

È il tempo lineare “unico”, la base del debito crescente… Esiste davvero il “feo tiranno”? In natura non esiste; lo ha inventato una “conoscenza” che ignora il ruolo cruciale della coscienza, “conoscenza” che per paradosso, dipende dalla coscienza.

La coscienza è fatta di emozioni e sensazioni che uniscono i popoli nel crescente bisogno di un rinnovamento pacifico e profondo. Non serve un “nuovo paradigma” come dicono alcuni. Basta riconoscere i modi di comunicare della Natura Organica: sono movimenti e bisogni che gli esseri umani possono soddisfare con la coscienza della propria immortalità. Ci sono infatti crescenti indizi che l’universo osservato sia un ologramma e che lo sia anche il corpo fisico dell’essere umano.

Alchemical NP Cosmos

La vera identità, la COSCIENZA, è la VITA, la FORZA che anima il corpo, ma non è una proprietà del corpo.

Morire è come spogliarsi di un abito” afferma Giordano Bruno. 

“La morte è un dissolversi dei vincoli tra il corpo fisico, composto di atomi, e il corpo diafano e sostanziale, composto di vera LUCE…” 

È il vero Sé, l’Autore che non si vede. Chi Lo cerca però Lo sente come coscienza, essenziale per dare realtà alla… “realtà”.

Quale realtà? Finalmente quella che vogliamo e non più quella in preda alla follia che vediamo.

Credere solo a ciò che è visibile nello spazio e nel tempo è stupidità manifesta dice Bruno che spesso usa la poesia per esprimere la Magia Naturale connessa a tutte le cose, corpi e cervelli umani inclusi. Questi comunicano e operano secondo canoni perenni che hanno espresso bellezza, saggezza e armonia nel corso di tutta la storia, i canoni della REALTA’ REALE – l’Infinito Universo – che comprende infiniti mondi intelligenti e non è l’ologramma osservato da occhi, telescopi e sonde spaziali.

Musica e Canto sono un tributo a Giordano Bruno e un contributo utile alla sfida del “feo tiranno” – il tempo lineare unico – senza lotte o sterili manifestazioni. La consapevolezza di essere immersi in una realtà virtuale – una matrix – oggi si può coniugare con la coscienza di sempre, espressa da tutti i grandi saggi della storia.

unnamed

L’umanità cosciente della propria immortalità può testimoniare che il “tiranno” non esiste affatto e liberarsi con gioia, trasparenza e felicità da un inganno millenario del quale siamo in fondo tutti responsabili.

Un VENTO possente oggi soffia sulla superficie della terra e spinge le menti umane oltre le loro vecchie frontiere. Molti Lo sentono e sentono anche che “non c’è nazione, non c’è nessuno da uccidere e per cui morire, non c’è religione”, come cantava John Lennon.

Il VENTO è la coscienza – etica naturale – di cui i media non parlano ed è molto più diffusa della corruzione e della criminalità di cui invece parlano. La coscienza è legata alla volontà di realizzare il sogno, un mondo senza confini né limiti. Pure quelli delle risorse sono falsi, dovuti al credo nel “feo tiranno”.

La scienza riconosce le immani energie contenute nel “vuoto” che permea ogni corpo, ma… non le sa usare. L’umanità le ha sempre manifestate nell’arte, nella musica, nell’amore.

La volontà di contribuire a un’era di prosperità, si esprime in pratica e nei fatti in quel VENTO di rinnovamento che travolge tutti i limiti, svelando la loro falsità.

para_roma_com_amor_gf_1

images

Roma – la caput mundi che ha coltivato il motto antico “divide et impera” –

può essere il rovescio di ciò che ha finora rappresentato. 

ROMA può divenire AMOR e comunicare con il linguaggio universale: la MUSICA.

Oh AMORE, che mi fa discernere la verità superiore, 
apre le porte di diamante e nere,
consente al mio vero Sé di penetrare i miei occhi; 
Egli è nato per vedere, vivere e sostenere, Egli ha regno eterno.

L’AMORE mostra quanto di paradiso e di inferno 
c’è sulla Terra; rende le immagini apparenti reali, 
raccoglie le forze e, puntando dritto come una freccia, 
ferisce e riempie il cuore, svelando il vero Sé …

Causa, Uno e Principio eterno da cui l’Essere,
la Vita infinita e tutti i Moti dipendono,
l’AMORE è diffuso ovunque, ha lunghezza, larghezza
e profondità come dicono, è in terra e in cielo…

 

Giordano Bruno

(una parte del poema di Bruno dedicato all’Amore, inserito nei suoi libri,De la Causa, Principio et Uno e Gli Eroici Furori)

eresia-giordano-bruno-genere-umano

L’eresia di Giordano Bruno riguarda la Coscienza dell’Uomo,

la Sua infinita potenza, schiava di un potere

che approfitta del Suo oblio e della Sua credulità

negli idoli falsi: dio , denaro, debito.

 

Giuliana Conforto ” L’Eresia di Giordano Bruno”  Noesis Edizioni

http://www.giulianaconforto.it/?p=2736

amore.autostima · armonia · arte · cultura · donne · Leggere · natura · Pace · Perchè siam donne! · sebben che siamo donne · stare bene · Testimonianze · umanità

Perchè siam donne: Quando le donne non erano autorizzate a lavorare in giardino

Jane Webb Loudon era nata nel 1807 a Birmingham in una famiglia benestante.

Perse entrambi i genitori nell’adolescenza e aveva vent’anni quando pubblicò “La Mummia”, il primo dei suoi racconti di fantascienza, probabilmente ispirato a “Frankenstein” di Mary Shelley, del 1818.

In esso, Jane ha descritto la resurrezione della mummia del faraone Cheope nel 22° secolo. Il faraone risorto viaggia in mongolfiera dall’Egitto all’Inghilterra e interferisce negli affari politici del paese. Oltre ai progressi sociali, anche le nuove scoperte tecnologiche facilitano la vita nel romanzo. Per esempio, le lettere sono consegnate da palle di cannone e in agricoltura, un aratro a vapore facilita il lavoro.

Il libro, ambientato nel XXII secolo, fu molto apprezzato da John Loudon, botanico esperto di giardinaggio, che lo recensì sul “Gardener’s Magazine”.

Quando i due si incontrarono, lui si meravigliò che fosse stata una donna a scrivere quel libro, si innamorarono, dopo pochi mesi si sposarono e ebbero una figlia. Jane scoprì allora nuovi interessi: aiutava il marito nei lavori in giardino e collaborava con lui alla stesura dei suoi libri. La botanica era per lei una materia sconosciuta, ma vi si applicò con passione e imparò i fondamentali molto velocemente.

Assistendo il marito nella realizzazione dell’ “Enciclopedia del Giardinaggio”, si rese conto che la maggior parte dei libri sull’argomento all’epoca, con i loro molti termini tecnici, erano difficilmente comprensibili ai profani, e quindi a quel tempo soprattutto alle donne. Decise allora di scrivere libri di botanica di taglio divulgativo, con un linguaggio accessibile a tutti.

Dopo “Gardening for Ladies and Companion to the Flower Garden” (1840), il suo “Botany for Ladies” (1842) ebbe un grande successo e vendette oltre 200mila copie. È a questa pubblicazione che in quegli stessi anni iniziò per la prima volta a diffondersi la passione per il giardinaggio tra le donne dell’alta società.

Seguirono altri libri, tutte opere standard di giardinaggio vittoriano.

I libri di Jane hanno ispirato le donne di tutto il paese, e il giardinaggio è diventato un hobby importante. Oltre ad acquisire le conoscenze tecniche, Jane si era formata come autodidatta come pittrice di piante e illustrava lei stessa i suoi libri . I suoi disegni di bouquet di fiori erano spesso copiati e adornavano vassoi, tavoli e paralumi.

John Loudon morì nel 1843 lasciando moglie e figlia in ristrettezze economiche. Jane poteva contare solo sul suo lavoro. Nel 1849 diresse la rivista “The Ladies’ Companion at Home and Abroad” e continuò a pubblicare altri saggi di botanica sempre illustrati da lei stessa.

I suoi lavori hanno insegnato alle donne come creare giardini armoniosi, ad occuparsi personalmente della scelta delle piante e della loro salute, in un periodo in cui questa attività non era loro autorizzata.

E non solo ad occupare il loro tempo in modo creativo ma a realizzarsi in un ambito riservato solo agli uomini.

Morì nel 1858, poco prima di compiere 52 anni. I suoi libri hanno reso il giardinaggio un hobby alla portata di tutti e tutte le inglesi e non solo.

Le opere di Jane Webb Loudon con le loro illustrazioni botaniche sono ancora oggi molto apprezzate. La National Art Library di Londra ospita molte delle sue opere.

 © Meisterdrucke

ambiente · amore.autostima · armonia · arte · Comunicazione · cultura · Leggere · pensare positivo · Poesia · punti di vista · Riflessioni · stare bene · Testimonianze · umanità · usanze

E’ arrivato carnevale, chi sta bene e chi sta male…è sempre tempo di maschere …o no?

“Mi metterò una maschera da
pagliaccio,
per far credere a tutti che il sole è
di ghiaccio.
Mi metterò una maschera da
imperatore,
avrò un impero per un paio d’ore:
per voler mio dovranno levarsi la
maschera,
quelli che la portano ogni giorno
dell’anno…
E sarà il carnevale più divertente,
veder la faccia vera di tanta gente…”

(Gianni Rodari)
” Nel lungo tragitto della vita,  incontrerai tante maschere e pochi volti”
Luigi Pirandello
E tu la metti o la togli la maschera per carnevale?
ambiente · armonia · bambini · buone notizie · Canzoni · Comunicazione · cultura · donne · Energia · Fantasia · Leggere · Pace · pensare positivo · Poesia · stare bene · Testimonianze · umanità · usanze

La buona notizia del venerdì: c’è una Befana per tutti i gusti!

10411262_703848099736033_5651305569241116867_n

Prima versione
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana:
Viva, viva la Befana!

Seconda versione
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col vestito alla romana:
Viva viva la Befana!

Terza versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col cappello alla romana:
Viva viva la Befana!

Quarta versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
porta un sacco pien di doni
che regala ai bimbi buoni

Quinta versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la scopa di saggina:
viva viva la nonnina!

Sesta versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
se ne compra un altro paio
con la penna e il calamaio.

Settima versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
viene e bussa alla tua porta
sai tu dirmi che ti porta?

Ottava versione
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte;
viene, bussa e scappa via,
la befana è mamma mia.

Nona versione
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
il suo sacco è pien di toppe
e le ossa ha tutte rotte.

Decima versione
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
il vestito trulla là, la Befana:
“Eccomi qua!!!”

Undicesima versione
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la gerla sulle spalle
e le calze rosse e gialle.

Dodicesima versione
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
s’è scucita la sottana:
viva, viva la Befana!

Tredicesima versione
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
il cappello alla tramontana,
viva, viva la Befana!

Quattordicesima versione
Befana Befana
che stai nella tana
vestita di rosa
portaci qualche cosa!

Quindicesima versione
Befana Befana
con le scarpe tutte rotte,
col vestito da Furlana
viva, viva la Befana!

e allora

Viva Viva la Befana..

illustrazione di : https://www.facebook.com/giuseppinabrunoscrittrice

amore.autostima · armonia · arte · Comunicazione · cultura · donne · Energia · eventi · Leggere · pensare positivo · Poesia · Riflessioni · Testimonianze · usanze

Perchè siam donne: * Sospese sulle stelle…a ricordarsi chi sono e di cosa sono capaci!

«Le donne devono sempre ricordarsi chi sono, e di cosa sono capaci.

Non devono temere di attraversare gli sterminati campi dell’irrazionalità’, e neanche di rimanere sospese sulle stelle, di notte, appoggiate al balcone del cielo.

Non devono aver paura del buio che inabissa le cose, perché quel buio libera una moltitudine di tesori.

Quel buio che loro, libere, scarmigliate e fiere, conoscono come nessun uomo saprà mai».

Virginia Woolf

anima e corpo · bambini · Comunicazione · cultura · donne · eventi · Leggere · Religione · Riflessioni · Testimonianze · umanità · usanze

* Significato dell’Epifania

 los-3reyes-magos

Epifania ἐπιφάνεια, epifanèia significa manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina, ma come festa è precedente al cristianesimo .

Epifani sono, nella cultura greca, le divinità che appaiono agli uomini, come Zeus, Atena, Ermete.
L’epifania cristiana non s’ispira al loro culto pagano, poiché si tratta di una celebrazione della manifestazione pubblica di Gesù al mondo, non a partire da una rivelazione esterna all’umanità o sotto gli aspetti dell’umanità, come nella mitologia greca, ma nella nascita di un bambino nel popolo ebreo e che è il suo messia, e l’incontro col mondo pagano, simbolizzato dai Re Magi del vangelo.
La festa si chiama anche “Teofania”, che significa “manifestazione di Dio”.

L’uso di Epifania come festa cristiana appare non prima del III secolo e da subito diventa una celebrazione confusa: alcuni festeggiano la nascita vera e propria di Gesù, in quanto le natività di Luca e di Matteo non erano ancora state redatte e dunque la storia di Gesù partiva dal suo battesimo nel Giordano, altri collegarono la data al primo miracolo di Gesù, e quindi sempre ad una sua manifestazione come divinità, ed infine subentrate le natività, l’adorazione da parte dei Re Magi che ha il significato di manifestazione di Gesù ai pagani.

Questa confusione della festa perdura anche oggi, in quanto i Cristiani orientali associano all’Epifania il suo significato più originale, ovvero il battesimo di Gesù nel Giordano, mentre i cristiani occidentali ormai associano la data alla sola venuta dei Magi.

Nella cultura occidentale vengono addirittura attribuiti ai Magi i nomi di Melchiorre, Gasparre e Baldassare e vengono, ovviamente, identificati nel numero di 3, anche se il Vangelo di Matteo non specifica affatto quanti essi fossero. Il numero 3, oltre ad avere tutti i suoi significati esoterici, fu scelto per via dei doni che i Magi portarono, ovvero “oro, incenso e mirra”.

Non possiamo sapere con certezza chi introdusse la figura dei Re Magi e chi decise i loro nomi, fatto sta che a seconda della zona dove ci spostiamo la comunità cristiana che troviamo li identifica in tre personaggi e gli da tre nomi secondo la propria cultura, ad esempio Hor, Basanater e Karsudan per la Chiesa Cattolica Etiope oppure Larvandad, Hormisdas e Gushnasaphper la Comunità Cristiana della Siria.

Nelle chiese ortodosse, invece, la data è direttamente associata alla nascita biologica di Gesù, facendo diventare il 6 gennaio una sorta di Natale.

phanes-modena-205x300

Il verbo greco φαίνω (faïnò), (col senso di ” manifestarsi, apparire, brillare”), riemerge nel nome FANES ( phos= luce; phane= torcia), divinità dei seguaci dell’orfismo, che onoravano in lei la fase ultima dell’evoluzione della vita, dunque un nuovo tempo di redenzione, di apocalisse (apo: sopra, calypso: il velo= al di là del velo).

L’immagine qui sopra di Fanes, rappresenta un uomo posto al centro dello cerchio zodiacale inquadrato da quattro teste (le quattro direzioni dello spazio); tiene nella mano sinistra lo scettro del potere, nella destra il folgore; porta ali d’oro. Pone i piedi biforcuti sulla meta dell’uovo cosmico che esala fiamme, l’altra meta, sempre con fiamme , è posta sulla testa del Dio; suo corpo è avvolto dal serpente cosmico di cui si vede la testa sulla parte superiore dell’uovo.

L’Uomo è un composto in perpetuo divenire delle dodici energie primordiali ( rappresentate dalle forze zodiacali), nelle quali si è scissa l’Energia UNA, rappresentata dalla rottura dell’uovo celeste. Lo scopo supremo dell’esistenza dell’uomo nello spazio, nel tempo e nella materia è il suo ritorno alla sua origine immortale facendo coscientemente la sintesi di queste energie dissociate, attraverso un lavoro d’introspezione, di osservazione di Sé stesso e di attività interiore.

Fanes il raggiante è l’intelligenza e la luce divina che si manifestano nell’uomo, è l’Epifania divina nell’umanità, l’uomo vittorioso che finalmente vive come anima cristica, la coscienza risvegliata, l’Adam Kadmon.

Se abbiamo capito il senso del Natale, come presa di coscienza di essere anche noi una particella divina, di esser creato all’ immagine di Dio, sapremo con questa rivelazione trovare la forza, il coraggio, la determinazione per finalmente manifestare – epifania- questa nostra natura, nella nostra vita quotidiana ?

Nessun organizzazione esterna, nessun guru, nessuna legge umana potrà salvare lo Spirito umano dalla sua totale immersione nel materialismo, se la coscienza continua ad ignorare sé-stessa, rimanendo preda delle forze infra-razionali che l’asservono psicologicamente, fisicamente e socialmente.

L’inizio di questa nuova Era- con l’anno simbolico 2012- segnala un giro di boa decisivo nella nostra storia.

Ed è ora che tutta l’umanità è confrontata con la sfinge antica, dal corpo leonino, dalle ali dell’aquila scorpionica, dal busto umano: la sua voce risuona sempre più potente ed imperiosa, esigendo la soluzione dell’Enigma dell’uomo: se questo saprà o no, trovare la risposta giusta, iscritta nel cerchio zodiacale, entrerà nella via del suo glorioso avvenire, oppure sarà divorato.

E la Befana? 

befana

Il personaggio della Befana e la sua festa nasce e si evolve dai culti atavici della Dea Madre e dai riti e miti legati all’agricoltura e alla fertilità.

In diverse ere e culture i giorni che vanno dal Natale al 6 Gennaio venivano festeggiati perché legati alla fine del solstizio d’inverno. In popoli la cui sussistenza era legata all’abbondanza dei raccolti e ai frutti della terra, la fine dell’inverno e la rinascita del sole erano un’occasione troppo importante per non venire considerata “sacra”.

Nel grande nord, dove l’inverno è particolarmente freddo e buio si narra che Odino,in questi giorni in cui il sole riprende vigore e le giornate cominciano ad allungarsi, percorresse l’arco del cielo portando doni ai comuni mortali.

Nell’antica Grecia era la dea Hera a percorrere il cielo portando doni e abbondanza durante i dodici giorni solstiziali.

In Egitto il 6 Gennaio si festeggiava la nascita del dio Eone con una processione sulle sponde del Nilo. Statuette raffiguranti Epona, la dea amazzone, venivano poste dai celti in piccole edicole nelle stalle con il compito di proteggere gli animali e di favorire l’abbondanza dei raccolti e la fertilità della terra.

Nella tradizione rurale italiana la Befana è venuta ad incarnare la figura pagana di Madre Natura nei giorni in cui si celebra la morte e la rinascita della natura.

La dodicesima notte dopo il Natale, Madre Natura, stanca per aver dato agli uomini cibo e doni della terra per dodici mesi, prende le sembianze di una vecchia strega per farsi bruciare come un ramo secco e far sì che dalle ceneri possa nascere una nuova madre Natura, giovane e piena di forze per donare la vita alla terra per altri dodici mesi. 

Prima di partire però la vecchia passa a distribuire a tutti i semi che sarebbero nati l’anno successivo. Per questo in molte parti d’Italia si eseguono diversi riti purificatori in cui si scaccia il male e la cattiva sorte facendo un gran rumore percuotendo dei pentoloni o si accendono dei grandi falò in cui spesso viene bruciato un fantoccio dalle sembianze di vecchia strega.

Poiché la Befana è l’immagine della Madre Terra, colei che presiede a tutto ciò che si rinnova e dispensatrice di doni e frutti, alla terra sono legati i regali che nella tradizione elargisce ai bambini: fichi secchi, noci, castagne, mele diventati ai giorni nostri tanti dolciumi industriali.

Con il trascorrere dei secoli la Befana perde la propria connotazione benigna di Madre Natura e, sotto la spinta del cristianesimo, comincia ad essere considerata una sorta di strega.  Nel Medioevo, periodo a tinte fosche in cui forti sono le credenze e le paure popolari, la componente magica e demoniaca trasforma una divinità della fertilità in una vecchia malvagia e dissoluta legata a satana.

Il mito legato al periodo romano di Diana, dea notturna e dell’abbondanza che, in compagnia di altre donne, sorvolava i campi appena seminati per renderli fertili, decade sino a trasformare queste donne in malvagie streghe brutte e sdentate, dai capelli arruffati a dagli abiti cenciosi, aprendo così la strada all’iconografia della Befana giunta sino ai giorni nostri.

La chiesa cristiana che condannò questi rituali di fertilità pagani come demoniaci e la fantasia popolare, portarono alla credenza che queste streghe fossero solite solcare il cielo a cavallo di una scopa nella notte tra il 5 e il 6 Gennaio per compiere i loro sortilegi.

Poiché una dea buona e generosa non può trasformarsi improvvisamente in una strega assolutamente malvagia, nella credenza popolare questi due aspetti continuarono a convivere.
La Befana divenne quindi una vecchia signora capace di portare in sé sia il bene che il male.
Gentile e benevola come dea della terra e della fertilità si sa dimostrare cattiva e spietata con chi non rispetta le regole.

Sino alla fine del ‘500 comunque la Befana non è ancora una persona sola, che viene incarnata da queste donne/streghe, ma soprattutto è una festa.
Una festa in cui si accendono fuochi e si suona e si balla per esorcizzare l’inverno con le sue paure (la faccia demoniaca della Befana) e si festeggia l’arrivo di una nuova stagione, si spera, ricca di messi e di doni (la faccia buona della befana).
Sino alla fine del ‘600 esiste la credenza che le Befane siano due, una buona ed una cattiva.
Con il passare degli anni le due diventano una, buona e cattiva al tempo stesso, ma rimane sempre una splendida occasione per fare festa.
Una festa a cui partecipano tutte le classi sociali senza distinzioni tra nobili e plebei.

Da questo periodo in avanti la Befana diventa sempre di più la figura fantastica e folcloristica che è arrivata sino ai giorni nostri.
Una vecchia spaventosa nell’aspetto ma buona nell’animo che viene a portare doni per i bimbi buoni e carbone (nero, il simbolo del peccato) per chi si è comportato male.

Fonte: http://www.kurokumoryu.wordpress.com
http://biblia.wordpress.com
http://masseria.over-blog.com

 

amore.autostima · armonia · bambini · cultura · eventi · felicità · futuro · Leggere · pensare positivo · punti di vista · stagioni · stare bene

L’anno nuovo come sarà’!

eh già! come tutti gli anni anche il 2023 sarà come noi lo faremo!

Ecco…

immagina…

amore *compassione *pace* felicità *fortuna *denaro *abbondanza *lavoro *creatività *benessere *salute *serenità *tolleranza *amicizia .….

e il tuo pensiero crea !

Love Laurin

ambiente · armonia · bambini · cultura · donne · futuro · Leggere · Perchè siam donne! · punti di vista · sebben che siamo donne · stare bene · Testimonianze

Perchè siam donne: Elena Gianini Belotti per le donne e i bambini

Quello che ci siamo sentiti dire da bambini: stai fermo, muoviti, fai piano, sbrigati, non toccare, stai attento, hai fatto la cacca, mangia tutto, lavati i denti, non ti sporcare, ti sei sporcato, stai zitto, parla t’ho detto, chiedi scusa, saluta, vieni qui, non starmi sempre intorno, vai a giocare, non disturbare, non correre, non sudare, attento che cadi, te l’avevo detto che cadevi, peggio per te, non stai mai attento, non sei capace, sei troppo piccolo, ormai sei grande, vai a letto, alzati, farai tardi, copriti, non stare al sole, stai al sole, non si parla con la bocca piena.

Quello che avremmo voluto sentirci dire da bambini: ti amo, sono felice di averti, parliamo un po’ di te, troviamo un po’ di tempo per noi, come ti senti, sei triste, hai paura, perché non ne hai voglia, sei dolce, sei morbido e soffice, sei tenero, raccontami, che cosa hai provato, sei felice, mi piace quando ridi, puoi piangere se vuoi, sei scontento, cosa ti fa soffrire, che cosa ti ha fatto arrabbiare, ho fiducia in te, mi piaci, io ti piaccio, quando non ti piaccio, ti ascolto, sei innamorato, cosa ne pensi, mi piace stare con te, ho voglia di parlarti, ho voglia di ascoltarti, mi piaci come sei, è bello stare insieme.”

Perché le bambine e i bambini non possono fare le stesse cose? Perché questa differenza?
Elena Gianini Belotti si poneva queste domande sin da piccola, vivendo come una terribile ingiustizia le limitazioni dovute alla sua appartenenza al genere femminile.
Il suo nome è legato al saggio Dalla parte delle bambine che tante donne hanno letto ed apprezzato e che è stato un testo importante per le battaglie femministe.
La prima edizione vede la luce nel 1973 e né l’autrice né la casa editrice immaginavano il grande successo che il libro avrebbe riscosso.
In Dalla parte delle bambine Elena espone la sua tesi secondo la quale la differenza caratteriale tra maschi e femmine non è innata, ma è frutto dei condizionamenti culturali che si subiscono sin dai primi anni di vita: “la bambina vivace ed esuberante non rientra negli stereotipi”, si deve quindi intervenire “femminilizzando” questa sua caratteristica.

Il maschio spacca tutto è accettato, la femmina no. La sua aggressività, la sua curiosità, la sua vitalità spaventano e così vengono messe in atto tutte le tecniche possibili per indurla a modificare il suo comportamento”.

Ancora:

I movimenti del corpo, i gesti, la mimica, il pianto, il riso sono pressoché identici nei due sessi all’età di un anno o poco più mentre cominciano in seguito a diversificarsi.. a quest’età sono aggressivi maschi e femmine. […] Mentre più tardi l’aggressività del bambino continuerà ad essere diretta verso gli altri, la bambina diventerà auto aggressiva per aderire al modello che la società impone e che le vuole incanalate verso la debolezza, la passività, la civetteria”.

Nel 1960 contribuì a fondare il Centro Nascita Montessori di Roma, ossia un’associazione di volontariato che si occupa ancora oggi di ricerca e sviluppo in ambito educativo, sociale e sanitario sui neonati. Nel 1992, invece, con Dacia Maraini fondò il gruppo di scrittrici “Controparola”.

Sono passati più di quarant’anni, ma ancora oggi spesso ad una bambina è negata la possibilità di sviluppare il proprio carattere per aderire piuttosto agli stereotipi d genere.

Donne come Elena Gianini Belotti non scompaiono alla loro morte, il loro lascito è molto più di una eredità, è genealogia, è il tessuto connettivo del nostro pensiero e del nostro agire.

L’abbiamo letta e amata soprattutto con “Dalla parte delle bambine”, ma ogni suo scritto è una pietra miliare per imparare a smascherare i tranelli del patriarcato e per improntare le relazioni a una pedagogia basata sul rispetto e il riconoscimento reciproco.

La cultura alla quale apparteniamo – come ogni altra cultura – si serve di tutti i mezzi a sua disposizione per ottenere dagli individui dei due sessi il comportamento più adeguato ai valori che le preme conservare e trasmettere: fra questi anche il “mito” della “naturale” superiorità maschile contrapposta alla “naturale” inferiorità femminile. In realtà non esistono qualità “maschili” e qualità “femminili”, ma solo “qualità umane”. L’operazione da compiere dunque non è formare le bambine a immagine e somiglianza dei maschi, ma restituire a ogni individuo che nasce la possibilità di svilupparsi nel modo che gli è più congeniale, indipendentemente dal sesso cui appartiene.

In una delle sue ultime interviste è stato chiesto ad Elena cosa ne pensava delle bambine di oggi.

Oltre ad esistere ancora discriminazioni legate al genere, alle bambine di oggi viene propinato un modello di donna legato all’immagine, al corpo. Un messaggio pericoloso, subdolo, che le proietta verso un’emancipazione formale e non sostanziale. Ancora oggi le bambine hanno fortemente bisogno di qualcuno che stia dallo loro parte.